VINCENZO CAMPI

(Cremona, 1536 – Cremona, 3 ottobre 1591) 

Fruttivendola

1578-81

olio su tela

143×213 cm

OPERA

La Fruttivendola è parte di una serie del cremonese Vincenzo Campi con i Pescivendoli, i Pollivendoli e la Cucina. Fino alla morte della moglie i dipinti si trovavano presso la casa cremonese del pittore; furono quindi acquistati dai monaci Gerolomini di San Sigismondo, sempre a Cremona, che li conservarono nella foresteria del convento fino alle soppressioni napoleoniche del 1809, con cui giunsero a Brera.

Fortemente influenzate dalle contemporanee esperienze fiamminghe, con le diffusissime scene di mercato, le quattro tele sono state interpretate come allegorie dei quattro elementi (la Fruttivendola richiamerebbe la Terra) o, di recente, anche come messaggi moralistici legati la Controriforma.

Per il naturalismo e l’approccio scientifico classificatorio con cui i singoli oggetti sono raffigurati, le tele rappresentano uno dei capolavori del Campi, nonché uno dei capisaldi dell’evoluzione della natura morta lombarda, in quanto predecessori dell’autonomia di questo genere pittorico.

BIOGRAFIA

Cremona, terra di confine aperta a influenze venete, emiliane, milanesi e mantovane, si distingue per tutto il Cinquecento grazie a un vivace ambiente artistico. Qui si sviluppa la bottega di famiglia dei Campi, dal padre Galeazzo ai suoi figli Giulio, Antonio e Vincenzo, che apprese il mestiere dal fratello maggiore.

Vincenzo lavora sia su temi sacri, in sintonia con le linee della Controriforma del vescovo san Carlo Borromeo, sia su quelli profani, dall’intenso naturalismo di ascendenza nordica, con accenti anche grotteschi e allusivi. I protagonisti sono popolani; l’attenzione al vero in ogni dettaglio anticipa la nascita della natura morta come genere autonomo.A Milano affresca, col fratello Antonio, la spettacolare volta di San Paolo Converso, con le sue prospettive illusionistiche. Il San Matteo della chiesa di San Francesco a Pavia è una magistrale lezione sulla resa della luce che precede il milanese Caravaggio.