IL FRANCIA (FRANCESCO RAIBOLINI)

(Zola Predosa o Bologna, 1447-1449 circa – Bologna, 5 gennaio 1517)

Annunciazione

1505

tempera e olio su tavola trasportate su tela

237×227 cm

OPERA

L’Annunciazione, commissionata al Francia dal medico Antonio de Grado per la cappella dell’Annunciata della chiesa mantovana di San Francesco, era in origine sormontata da una cimasa con raffigurato il Padre Eterno, andata perduta.

L’opera mostra figure monumentali grazie all’orizzonte ribassato; il Tempio, da cui si affaccia la Vergine tenendo in mano un libro sacro, cita le teorie architettoniche del classicismo toscano-umbro-romano di inizio Cinquecento. 

Il ritmo solenne e calibratissimo, il tono delicato e commosso della narrazione religiosa, le fisionomie dolci e aggraziate dell’arcangelo Gabriele e di Maria ed anche lo stile aulico dell’architettura del Tempio sono un vero e proprio manifesto di adesione al linguaggio di Pietro Perugino.

BIOGRAFIA

Francesco Raibolini, noto col soprannome di Francia, diminutivo del nome di battesimo Francesco, nativo di Bologna o del contado, si forma innanzitutto come orafo. Per tutta la vita si firmerà con orgoglio «Francia aurifex», anche nei quadri. Probabilmente però si dedica alla pittura fin da giovane, preferendo i ritratti, ricchissimi di dettagli.

Oltre al successo presso la corte dei Gonzaga a Mantova, lavora per i Bentivoglio a Bologna, producendo gioielli e argenterie per una ricca committenza.

I numerosi viaggi di studio lo portano a conoscere da vicino le opere dei maestri più aggiornati del suo tempo: i fiamminghi a Firenze e, a Urbino, Piero della Francesca, il Perugino, Giovanni Bellini, Antonello da Messina e Mantegna.

A Bologna la sua bottega è la più ricercata; a carattere familiare, vi lavorano figli e nipoti oltre agli allievi ma l’organizzazione è tale da fondere le diverse mani in un unico stile.

La cura per i particolari, dai gioielli alle acconciature, fino agli elementi naturali come gli alberelli, richiama la tecnica orafa della sua prima educazione.