PARIS BORDON

(Treviso, 5 luglio 1500 – Venezia, 19 gennaio 1571) 

Gli amanti veneziani

1525-30

olio su tela 

80,5×86 cm

OPERA

Nel dipinto si fondono temi tizianeschi, evidenti nella fisionomia della donna, ed echi giorgioneschi, come l’atteggiamento assorto, sensuale dei protagonisti, coscienti di essere osservati dallo spettatore, e la tensione sentimentale, apparentemente contraddetta dall’inaspettata figura maschile sullo sfondo.

Che siano ritratti reali o un’allegoria, l’opera raffigurerebbe il momento centrale del patto nuziale, secondo l’uso in voga nel Cinquecento: la terza figura è, infatti, il “compare d’anello”, testimone dell’accordo, necessario per convalidare il matrimonio.

Paris Bordon è attento ai dettagli di moda, dove impiega sapientemente colori dai toni freddi e luminosi che subito denotano la sua qualità di esperto colorista: il prezioso abito verde smeraldo dalle maniche rigonfie, l’ampia scollatura velata dalla camicia candida, la tonalità dei guanti della dama, il fine bordo di pelliccia del gentiluomo, e infine gli ori di anello e cintura di lei e della collana che passa da una mano all’altra della coppia.

BIOGRAFIA

Paris Paschalinus Bordon, o anche Paride Bordone, nasce a Treviso, per trasferirsi adolescente a Venezia, dove sarebbe stato allievo di Tiziano.

Il suo capolavoro più noto è la Consegna dell’anello al Doge per la Scuola di San Marco nella città Serenissima, che rievoca la miracolosa vicenda del salvataggio di Venezia conosciuta come la “leggenda del pescatore”. Definito dallo storiografo Marco Boschini “divin pitor”, termine da lui usato solo per Raffaello e Tiziano, eccelle anche in opere di piccole dimensioni a destinazione privata, passando dai primi ritratti con rimandi a Palma il Vecchio e tizianeschi, a lavori di raffinato manierismo internazionale. Dipinge anche per il re di Francia, Francesco I, e per i potenti banchieri Fugger di Augusta.

Si dedica inoltre a numerosi ritratti femminili, spesso di cortigiane raffigurate come divinità mitologiche, a evocare una bellezza ideale, lontana e trasfigurata.